IV Incontro: L’Arpa

Prende, strappa, riaccende, attrae, consola: l'arpa

Libreria dello spettacolo via Terraggio, 11 Milano

 

 

Quello dell’arpa è un territorio poco noto, un mondo fisico e sonoro pochissimo esplorato, estremamente specialistico, che sembra vivere ai margini della musica. Fra passato e contemporaneità, l’ultimo l’incontro di ‘A VOCE ALTA’ è un percorso che aiuta a scoprire una ricchezza inattesa di letteratura, di modalità espressive, di particolarità esecutive. L’arpa è uno degli strumenti più antichi e la sua storia non si esaurisce semplicemente in una corda pizzicata da un dito. La sua presenza è documentata sin dal 3000 a. C. in Mesopotamia e in Egitto. Ignorata dalle civiltà greche e romane, che preferirono la lyra e la kithara, l’arpa fu reintrodotta in Europa attraverso la cultura celtica. Tra feste e banchetti, nel Rinascimento accompagnava il canto e le danze. Nel 1581 Vincenzo Galilei aveva descritto un’arpa a 58 corde montate su file parallele, una per i suoni diatonici, l’altra per i cromatici, in grado di far fronte alle caratteristiche della nuova musicale tonale. Agli inizi del ‘600, Monteverdi prescrisse un’arpa per il suo Orfeo (1607). Alla fine del secolo, l’arpa fu dotata di un meccanismo ad uncini capace di modificare l’intonazione delle corde. Successivamente intorno al 1810, tale meccanismo fu collegato ad un sistema a pedali perfezionato da Sebastian Erard.

 
L’arpa ì l’unico strumento in cui il piano delle corde verticale e non parallelo rispetto alla tavola armonica. Negli esemplari moderni il numero di corde varia da 42 a 46 e ciascuna corda tramite i pedali può ottenere tre altezze differenti a distanza di semitono. Considerata spesso, a partire dalla seconda metà del ‘700, uno strumento galante e per esecuzioni amatoriali, l’arpa fu finalmente inserita nell’organico orchestrale a partire da Berlioz. Se Wagner e Mahler riuscirono a sfruttarne pienamente le peculiarità timbriche, da Paul Hindemith a Luciano Berio si moltiplicano le pagine solistiche, le catene di colori, i ruvidi rumori di un sonoro strumentale tutt’altro che indagato.
 
 

A Voce ALTA – I Incontro: Il Contrabbasso
 
 
da un’idea di Francesco Maria Paradiso

progetto e direzione Massimo Marchi

 

 

con il contributo di
SIAE Classici di Oggi
CIDIM

 

con il patrocinio di
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