Pupilla (1983-2014) di Valeria Magli

RIC.CI Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni '80-'90

L’essere umano e le sue riproduzioni: bambole, manichini, pupazzi, giocattoli speciali che imitano la vita senza raggiungerla.

Allora si passa alla vita che imita la finzione, come fanno oggi robot e automi che ci affiancano.

Con la danza le donne escono dall’immaginario dei loro creatori e si mettono in moto.

 

martedì 10 giugno 2014, ore 21.00

Ravenna Festival, Teatro Rasi, Ravenna

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foto Alberto Calcinai

 

 

Pupilla (1983-2014)

uno spettacolo di Valeria Magli

 

con DanceHaus Company

interpreti Chiara Monteverde, Armida Pieretti, Susan Vettori

 

musiche di Claude Debussy, Gabriel Fauré, Juan Hidalgo, Ethelbert Nevin, C. J. Orth

montaggio musiche (1983) a cura di Valeria Magli

editing e restauro musiche (2014) AGON

 

poesie di Hugo Ball, Milli Graffi, Letizia Paolozzi, Giovanni Pascoli, Gisele Prassinos, Umberto Saba

elaborazione testi (1983) a cura di Valeria Magli con la collaborazione di Letizia Paolozzi

 

luci Michelangelo Campanale

aiuto regia Dalila Sena

assistente coreografia Maria Pia Tommaselli

 

costumi (1983) Valeria Magli

restauro costumi (2014) Elisa Scalvini

 

maschere e manichino (1983) Guerrino Lovato

bambola (1983) Brigitte Starczewski Deval

 

foto (1983) Carla Cerati

foto (2014) Alberto Calcinai

 

produzione (1983) Teatro Franco Parenti

produzione (2014) ContART

 

 

Riallestimento nell’ambito del progetto RIC.CI

Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni ’80-’90

ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini

assistente alla direzione artistica Myriam Dolce

 

in collaborazione con:

Teatro Pubblico Pugliese – Comune di Bisceglie – progetto “Sistema Garibaldi”/ Amat – Associazione Marchigiana Attività Teatrali / Arteven Circuito Teatrale Regionale Veneto

 

in coproduzione con:

Fondazione del Teatro Grande di Brescia / Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee / Fondazione Milano Teatro Scuola Paolo Grassi / Fondazione Ravenna Manifestazioni / Fondazione Teatro Comunale di Ferrara / Torinodanza

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foto Alberto Calcinai

 

 

Pupilla è un percorso a ritroso nella memoria.

Dopo una serata di festa nel salone ormai vuoto una donna si guarda allo specchio, e lo specchio le rimanda I’immagine del suo stato d’animo contrastante: allegria e malinconia insieme.

L’immagine allora si materializza nelle maschere e la memoria ha il sopravvento e fa il suo gioco. La donna si rivede bambina e con lei appare la bambola, compagna silenziosa dei divertimenti della piccola padrona. Il mondo della casa, dei rapporti con la sorella, con i grandi, lo stesso diventare grande. La bambola rimanda al mondo dell’infanzia con i giochi teneri e le cantilene, ma anche con i suoi misteri e le sue perversioni.

 

«La bambola è apparsa come punto di incontro fra l’antico mito della statua che diventa viva e la nuova mitologia della morta vita meccanica» (Jurij Lotman, Le bambole nel sistema di cultura, in Testo e contesto, Laterza, 1980).

Da questo giocattolo speciale che imita la vita senza raggiungerla, si passa alla vita che imita la finzione.

Ecco allora una sorta di Frankenstein al femminile, agito da piastre e pile, l’immagine di Max Ernst di una donna-macchina che qui prende vita solo per la durata della sua carica.

Ecco ancora la famosa Die Puppe, dagli arti quadruplicati e dai seni ingigantiti, creata da Hans Bellmer: bambola snodabile che veniva messa in pose disarticolate e paradossali e poi fotografata.

 

«II corpo, come il sogno, può capricciosamente spostare il centro di gravità delle sue immagini» (Hans Bellmer, Les Jeux de la poupee, Les Edictions Premieres, Paris, 1949).

Con la danza le donne escono dall’immaginario dei loro creatori e si mettono in moto.

Valeria Magli, 1983

 

 

 

Nel 1983 le tappe di Pupilla, di e con la performer Valeria Magli, erano scandite da riferimenti culturali inequivocabili (Hans Bellmer, Heinrich von Kleist), da immagini evocative, ora commosse, ora rarefatte. E lo sono ancora.

L’odierna ricostruzione della pièce, affidata a tre ballerine della DanceHaus Company, torna a raccontare il rapporto tra bambola, infanzia, erotismo e non solo.

 

«La bambola appartiene alla numerosa famiglia delle marionette, dei pupazzi, dei manichini, degli automi» dice Valeria Magli, «tutte effigi dell’umano che si legano agli antichi miti sulla resurrezione dei morti e sulla metamorfosi di esseri vivi in figure morte».

Ricca di calcolatissima fantasia e di un’accurata scelta di musiche e strofe, Pupilla resuscita insieme alle ambigue donne-robot, una pionieristica stagione italiana di “poesia ballerina”, originale ancora oggi.

Marinella Guatterini, 2014

 

 

 

PROGETTO RIC.CI

II progetto RIC.CI, ideato e diretto dal 2011 da Marinella Guatterini, punta a dare risalto e a (ri)mettere in moto la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni ’80 sino ai ’90. Vengono riproposte al pubblico le più significative e importanti coreografie della nostra tradizione del nuovo, affidate all’interpretazione di giovani danzatori, che ne mantengono ancora oggi viva la sorprendente freschezza.

 

 

INFO

Ravenna Festival