Il terzo Occhio del pesce .O3
Nicola di Croce
mercoledì 21 marzo 2018
AGON, viale Sarca 336, MILANO
Hearing voices, facing the void
Nicola Di Croce, installazione, dalle 18.00
Una comunicazione magnetica con la natura
Nicola Di Croce e Luca Ruali, live set, ore 20.30
Il terzo Occhio del pesce .O3 – incontri sulla soundart ideati dallo spazio (T)Raum di Roberta Busechian nell’ambito della residenza annuale 2018 presso AGON – per questo nuovo appuntamento si focalizzerà sulla pratica dei field recordings e le dinamiche partecipative dell’ascolto attraverso il lavoro sonoro di Nicola Di Croce.
L’evento vuole esplorare l’ascolto che ha luogo in maniera imprevedibile e si manifesta per un periodo limitato di tempo non controllabile dal soggetto stesso. Questo rende il suono una parte fondamentale del nostro percepire e capire l’ambiente sia sociale che naturale: quando essi risuonano dentro l’ascoltatore essi divengono il soggetto che li ascolta.
L’ascolto, per alcuni artisti la cui pratica si basa sui field recordings, sembra essere sinonimo di registrare, captare attraverso un microfono l’ambiente acustico circostante. Ciò che accade in realtà attraverso questa pratica è stimolare la percezione aurale (l’atto dell’ascolto) che non ha bisogno di essere interpretata, ma si percepisce come la realtà del soggetto stesso e nella sua consapevolezza.
Nicola Di Croce nella sua ricerca si concentra sul rapporto tra ambiente sonoro e pianificazione della città e del territorio. Questo rapporto esplora i processi di rigenerazione urbana, l’arte partecipativa e le molteplici traiettorie di sviluppo locale attivabili attraverso la maturazione della consapevolezza all’ascolto. La registrazione ambientale (field recording) è al centro della sua pratica artistica, che procede verso una ridefinizione della percezione del paesaggio, laddove il linguaggio sonoro diventa dispositivo narrativo, dunque strumento intimamente progettuale.
Il suo intervento si svilupperà in due fasi: la prima, l’installazione sonora Hearing voices, facing the void (2015) è una traccia composta a partire da un archivio di registrazioni eseguite a Craco nel 2013 e della voce del poeta Domenico Brancale (nato a Santarcangelo, nei pressi di Craco).
“Craco è un paese della provincia di Matera immerso nella valle dei calanchi e abbandonato in seguito ad una frana nel 1963. Il tema dell’abbandono e la stretta relazione che esso instaura col contesto ambientale circostante partecipano ad un discorso più ampio sullo spopolamento dell’entroterra italiano, e spingono ad una riflessione legata al mondo dell’ascolto. Ci si interroga su quello che (qui come in contesti simili) resta, su quello che resiste, o viceversa su quello che scompare fagocitato dal flusso delle trasformazioni dei territori dell’attuale. Ma soprattutto ci si interroga sulle modalità di percezione di queste trasformazioni.
L’ascolto stimola il passaggio consapevole, il pensiero intuitivo, che muove verso il riconoscimento del ruolo del silenzio, ovvero dell’assenza, della vacanza più o meno momentanea dell’universo di pratiche antropiche rintracciabili attraverso i segnali sonori da esse generati”.
Nicola di Croce
Attraverso questa installazione sonora sembra possibile addentrarsi in una trama fitta di relazioni possibili tra ascoltatori e territorio. Si parla di un paese già morto per stimolare l’ascolto consapevole del silenzio ed oltrepassare la paura del vuoto, ma anche per introdurre una coscienza collettiva del prendersi cura del territorio, e del suo luogo.
L’abbandono che genera una condizione sonora – un nuovo silenzio e che apre il campo a pratiche di ascolto e registrazione è anche al centro della seconda parte de il terzo Occhio del pesce .O3, con la performance di Nicola Di Croce e Luca Ruali Una comunicazione magnetica con la natura che è stata messa in scena la prima volta il 6 dicembre 2017 a Centrale Fies con i contributi scientifici di Mata Trifilò. Se con Hearing voices, facing the void gli ascoltatori si immergeranno in un complesso archivio sonoro affrontando il vuoto e la trasformazione del territorio, con Una comunicazione magnetica con la natura si troveranno faccia a faccia con la volontà di cercare una analogia alle pratiche di produzione audio (il montaggio e la sovrapposizione di tracce) per generare strumenti complessi di gestione del territorio.
La performance (1h circa) elabora campionature audio/video, grafiche ed editoriali. Registrazioni sul campo, editoria alternativa, quadreria e letteratura medievale, serie televisive paranormali degli anni ’70, casi di ragazze scomparse, interviste itineranti e documentari antropologici, un archivio di viaggi in Italia viene post-prodotto dal vivo ragionando sulla natura dell’abbandono delle aree interne italiane.
Sound artist, musicista, architetto e dottore di ricerca in pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio, nasce a Potenza nel 1986. Membro e curatore dell’Archivio Italiano Paesaggi Sonori (AIPS), ha sviluppato il suo percorso attraverso residenze artistiche (tra cui Dimora OZ, Palermo 2014; Fondazione Aurelio Petroni, San Cipriano Picentino 2015) e visiting presso centri di ricerca in Italia e all’estero (tra cui CRESSON, Grenoble 2015, e SARC, Belfast 2015). Ha presentato installazioni e performance in importanti festival nazionali ed internazionali (tra cui Internet Festival, Pisa 2015, Algoritmo, Bagnoregio 2016) pubblicato album (“Istruttiva serie”, Kohlhaas 2015), articoli (“Audible everyday practices as listening education”, Interference Journal 2016) e saggi (“Suoni a margine”, Meltemi 2018), e collaborato con importanti istituzioni culturali (tra cui Biennale di Venezia, 2013 e Vilnius Academy of Arts, 2014).
Ingresso gratuito – tessera associativa AGON (5,00 €)
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