Pupilla (1983-2014) di Valeria Magli
RIC.CI Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni '80-'90
L’essere umano e le sue riproduzioni: bambole, manichini, pupazzi, giocattoli speciali che imitano la vita senza raggiungerla.
Allora si passa alla vita che imita la finzione, come fanno oggi robot e automi che ci affiancano.
Con la danza le donne escono dall’immaginario dei loro creatori e si mettono in moto.
sabato 3 maggio 2014, ore 21.00
Teatro Pubblico Pugliese, Teatro Garibaldi, Bisceglie (Bari)
Pupilla (1983-2014)
uno spettacolo di Valeria Magli
con DanceHaus Company
interpreti Chiara Monteverde, Armida Pieretti, Susan Vettori
musiche di Claude Debussy, Gabriel Fauré, Juan Hidalgo, Ethelbert Nevin, C. J. Orth
montaggio musiche (1983) a cura di Valeria Magli
editing e restauro musiche (2014) AGON
poesie di Hugo Ball, Milli Graffi, Letizia Paolozzi, Giovanni Pascoli, Gisele Prassinos, Umberto Saba
elaborazione testi (1983) a cura di Valeria Magli con la collaborazione di Letizia Paolozzi
luci Michelangelo Campanale
aiuto regia Dalila Sena
assistente coreografia Maria Pia Tommaselli
costumi (1983) Valeria Magli
restauro costumi (2014) Elisa Scalvini
maschere e manichino (1983) Guerrino Lovato
bambola (1983) Brigitte Starczewski Deval
foto (1983) Carla Cerati
foto (2014) Alberto Calcinai
produzione (1983) Teatro Franco Parenti
produzione (2014) ContART
Riallestimento nell’ambito del progetto RIC.CI
Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni ’80-’90
ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini
assistente alla direzione artistica Myriam Dolce
in collaborazione con:
Teatro Pubblico Pugliese – Comune di Bisceglie – progetto “Sistema Garibaldi”/ Amat – Associazione Marchigiana Attività Teatrali / Arteven Circuito Teatrale Regionale Veneto
in coproduzione con:
Fondazione del Teatro Grande di Brescia / Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee / Fondazione Milano Teatro Scuola Paolo Grassi / Fondazione Ravenna Manifestazioni / Fondazione Teatro Comunale di Ferrara / Torinodanza
Pupilla è un percorso a ritroso nella memoria.
Dopo una serata di festa nel salone ormai vuoto una donna si guarda allo specchio, e lo specchio le rimanda I’immagine del suo stato d’animo contrastante: allegria e malinconia insieme.
L’immagine allora si materializza nelle maschere e la memoria ha il sopravvento e fa il suo gioco. La donna si rivede bambina e con lei appare la bambola, compagna silenziosa dei divertimenti della piccola padrona. Il mondo della casa, dei rapporti con la sorella, con i grandi, lo stesso diventare grande. La bambola rimanda al mondo dell’infanzia con i giochi teneri e le cantilene, ma anche con i suoi misteri e le sue perversioni.
«La bambola è apparsa come punto di incontro fra l’antico mito della statua che diventa viva e la nuova mitologia della morta vita meccanica» (Jurij Lotman, Le bambole nel sistema di cultura, in Testo e contesto, Laterza, 1980).
Da questo giocattolo speciale che imita la vita senza raggiungerla, si passa alla vita che imita la finzione.
Ecco allora una sorta di Frankenstein al femminile, agito da piastre e pile, l’immagine di Max Ernst di una donna-macchina che qui prende vita solo per la durata della sua carica.
Ecco ancora la famosa Die Puppe, dagli arti quadruplicati e dai seni ingigantiti, creata da Hans Bellmer: bambola snodabile che veniva messa in pose disarticolate e paradossali e poi fotografata.
«II corpo, come il sogno, può capricciosamente spostare il centro di gravità delle sue immagini» (Hans Bellmer, Les Jeux de la poupee, Les Edictions Premieres, Paris, 1949).
Con la danza le donne escono dall’immaginario dei loro creatori e si mettono in moto.
Valeria Magli, 1983
Nel 1983 le tappe di Pupilla, di e con la performer Valeria Magli, erano scandite da riferimenti culturali inequivocabili (Hans Bellmer, Heinrich von Kleist), da immagini evocative, ora commosse, ora rarefatte. E lo sono ancora.
L’odierna ricostruzione della pièce, affidata a tre ballerine della DanceHaus Company, torna a raccontare il rapporto tra bambola, infanzia, erotismo e non solo.
«La bambola appartiene alla numerosa famiglia delle marionette, dei pupazzi, dei manichini, degli automi» dice Valeria Magli, «tutte effigi dell’umano che si legano agli antichi miti sulla resurrezione dei morti e sulla metamorfosi di esseri vivi in figure morte».
Ricca di calcolatissima fantasia e di un’accurata scelta di musiche e strofe, Pupilla resuscita insieme alle ambigue donne-robot, una pionieristica stagione italiana di “poesia ballerina”, originale ancora oggi.
Marinella Guatterini, 2014
PROGETTO RIC.CI
II progetto RIC.CI, ideato e diretto dal 2011 da Marinella Guatterini, punta a dare risalto e a (ri)mettere in moto la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni ’80 sino ai ’90. Vengono riproposte al pubblico le più significative e importanti coreografie della nostra tradizione del nuovo, affidate all’interpretazione di giovani danzatori, che ne mantengono ancora oggi viva la sorprendente freschezza.
INFO