A voce ALTA

Due conversazioni sull’ascolto

Francesco Maria Paradiso incontra Renzo Cresti e Andrea Talmelli

Libreria dello spettacolo
via Terraggio 11, Milano

ingresso libero con prenotazione agon@agonarsmagnetica.it


Ascoltare è praticare la memoria. Convertire l’avvenire nel passato, di continuo. 

Ascoltare è esercizio della percezione. È l’orecchio che legge il “presente del futuro”: l’attesa. Il “presente del passato”: la memoria. Il “presente del presente”: l’intuizione diretta, la visione. 

Ascoltare il suono, la musica, è un piacere attraente. È risvegliare l’immaginazione. È commozione. È il sentire quando l’attenzione dell’anima, anche appena, avverta. Il procedere della memoria musicale è un continuo cambiamento. L’appena percepito mentre si stratifica nella memoria. La condizione dell’ascolto e lo svolgersi della musica possono divenire metafora civile. Noi siamo la nostra memoria. Conservare memoria di noi, di noi e di noi nel tempo, un tempo-spazio, oggi, senza dilazioni tramite i prodigi della tecnologia, è il requisito necessario per riconoscere e intrinsecamente trasformare le radici, le identità ed i percorsi. Renzo CrestiAttilio PiovanoAndrea Talmelli sono musicologi, scrittori, compositori, musicisti, interpreti… Sono tecnici della conoscenza musicale. 

Voci chiare, invitate a conversare sugli strumenti di interpretazione della musica. Sul tipo di sviluppo delle musiche. Sulla lettura della società tramite lo specifico musicale. Per collegare i linguaggi, la ricerca, il sapere, le tendenze musicali del moderno contemporaneo con le emozioni ed i processi dell’ascolto musicale.

Francesco Maria Paradiso

1° incontro

Martedì 16 novembre – ore 18.30
Renzo Cresti con Francesco M. Paradiso
Il «Presente del Presente» – Visioni di cultura e di arte musicale.
Renzo Cresti, «MUSICA PRESENTE». Tendenze e Compositori di oggi. 

“A voce Alta” dialoga con la “visione” della musica, corrente e consapevole, contenuta in MUSICA PRESENTE. Tendenze e Compositori d’Oggi, di Renzo Cresti. Il libro è l’esito delle sue ultime ricerche e riflessioni. Esplorazioni a cui Cresti ha dedicato tutta la vita. Un percorso di “ragioni e sentimenti” che dal ‘900 conduce ai nostri giorni. Per Renzo Cresti, la Musica del presente è musica inclusiva. Intrecciata con le esperienze jazzistiche, con la musica per il cinema, con la musica elettronica, ecc. Una musica distinta, oramai, dalla musica accademica, dalla musica cosiddetta colta, dalla musica “contemporanea” che, per Cresti, era rivolta ad un pubblico di esperti, legata ad un concetto di sperimentazione e d’avanguardia degli Anni ’50 e ’60. Le cose, oggi, sono cambiate. La musica è divenuta un intreccio straordinario che costituisce il nostro presente. È una musica più attenta, in relazione ai decenni scorsi, alle esigenze dell’ascolto e della percezione. È importante immergersi nel nostro presente e nel suono del nostro presente. E ciò, con l’intento di capire meglio noi stessi e il mondo che ci circonda. La musica del presente non rappresenta solo la musica dell’oggi – scrive Renzo Cresti – ma l’essere presenti nella cultura della nostra epoca. È l’espressione di una nostra partecipazione consapevole.

2° incontro

Martedì 29 marzo – ore 18.30

Andrea Talmelli con Francesco M. Paradiso
Quale Società per la Musica Italiana Contemporanea

“A voce Alta” incontra Andrea Talmelli, compositore, didatta e Presidente della Società Italiana di Musica Contemporanea.
La SIMC è una associazione senza scopo di lucro e «si pone il fine di promuovere la musica contemporanea in ogni suo aspetto culturale perseguendone in ogni sede opportuna un’adeguata considerazione e valorizzazione». Al centro del secondo colloquio, aperto a chiunque interessato, l’interrogativo: Quale Società per la Musica Italiana Contemporanea? Una domanda che al rovescio o per combinazioni potrebbe risuonare: quale Musica contemporanea per la Società italiana o quale Musica italiana per la Società contemporanea… Ascoltare la musica, percepire le varie qualità sonore, comprendere il procedere della memoria musicale come continua conversione dell’avvenire nel passato. Sentire i linguaggi musicali come “elemento di vita, elemento dell’orecchio, dell’anima,… dei sentimenti vivi” sono gesti che possono divenire metafora civile. Noi siamo la nostra memoria. Conservare memoria di noi, di noi e di noi nel tempo, un tempo- spazio, oggi, senza dilazioni – e ciò tramite i prodigi della tecnologia, è il requisito necessario per riconoscere e trasformare – dall’interno, le radici, le identità ed i percorsi della Società italiana e della Musica.

La SIMC celebra il suo centenario il prossimo anno, nel 2023.

Essa fu costituita nel 1923 e si collega – in modo indipendente, alla International Society for Contemporary Music (ISCM).
Di seguito, brevi considerazioni ancor valide e legate alla figura di Alfredo Casella, fra i fondatori della SIMC, che contribuiscono ad approfondire alcune tematiche connesse all’incontro. La riflessione, ad esempio, sulla Evoluzione dei Linguaggi, dei generi, e delle contaminazioni estetiche e linguistiche, e delle problematiche connesse alla comprensione della musica d’oggi ma anche, sulle mutate Condizioni del compositore all’interno delle esigenze della società a lui contemporanea, delle sue istituzioni politiche e scolastiche, produttive ed economiche, della Committenza in ambito di Arte, Musica e Cultura. Fondamentale al dibattito, con i luoghi della musica anche il Rapporto con gli Strumentisti che si occupano stabilmente o occasionalmente di musica ancor oggi definita “colta”. Inoltre l’abbandono spesso del compositore al “fai-da-te” o “tuttologo” di se stesso nei ristretti spazi di un “mercato” che lo esclude.

Cosa fare per riattivare concretamente un interesse per la musica d’arte?